Nato nel 1871, l’Istituto Gould, opera della Diaconia Valdese, sostiene i minori in situazioni di disagio attraverso programmi che sviluppano competenze, talenti ed aspirazioni.

La Gould Home venne fondata a Roma, nel 1871, da James e Emily Gould come scuola professionale evangelica aperta a bambini italiani di entrambi i sessi. La prima sede della scuola fu una stanza offerta dalla missione valdese, ma ben presto il numero dei bambini aumentò e la Gould Home affittò parte di un vecchio convento e vi trasferì la scuola. Fino al 1875 le attività dell’Istituto -dirette da un’instancabile, quanto molto malata, Emily- crebbero: venne inaugurato un convitto, aumentò il numero delle classi e si aprì una tipografia, dove i ragazzi potevano apprendere un mestiere. Nel 1873 il corpo docente è cresciuto notevolmente e comprende protestanti e cattolici, incluse due maestre valdesi.

Alla morte di Emily Gould, nel 1875, fu nominato direttore Giovanni Garneri, insegnante fiorentino valdese, che aveva collaborato con la benefattrice americana fin dal principio della sua avventura a Roma. A sostenerlo nella gestione dell’opera, venne creato un Comitato direttivo che operava in accordo con il Comitato d’evangelizzazione valdese, responsabile dell’educazione nelle scuole. Negli anni in cui Garneri fu direttore i costi di mantenimento dell’opera furono razionalizzati e vennero istituite una serie di “botteghe” per la formazione professionale dei ragazzi. Guarneri diede alla scuola un carattere più marcatamente valdese, anche perdendo le insegnanti cattoliche e alcuni dei convittori.

Nel 1880, a seguito della morte di James Gould avvenuta pochi mesi prima, si istituiva a New York la Società per la libera educazione italiana, il cui obiettivo era quello di sostenere economicamente la Gould Memorial Home a Roma. Seguirono anni difficili per l’opera caratterizzati dai contrasti fra la Società e il Comitato d’evangelizzazione: l’istituto fù affidato ad un pastore scozzese e Pietro Monet, della chiesa valdese, divenne il direttore. Si avvicendarono negli anni vari direttori fino a quando nel 1898 la Società di New York decise di cedere alla Chiesa Valdese la proprietà del Gould, che intanto si era trasferito in altri locali acquistati grazie a diverse donazioni.

Da allora l’opera subì una serie di cambiamenti che la portarono ad accogliere solo ragazzi fino ai 12 anni che venivano indirizzati ad un mestiere attraverso l’apprendistato nelle varie botteghe ancora attive nell’Istituto. La situazione mutò con l’inizio della 1° Guerra Mondiale: la stabilità finanziaria dell’opera si fece precaria e si decise di vendere lo stabile che ospitava a Roma le sue attività. I fondi furono impiegati per ultimare i lavori dell’edificio romano che ancora oggi ospita la Facoltà valdese di teologia e i gouldini vennero trasferiti a Firenze a Palazzo Salviati, il complesso seicentesco che ancora oggi ospita l’opera.

A Firenze il Gould accoglie in prevalenza ragazzi orfani o con famiglie in condizioni di forte disagio e sempre di più sono quelli che accedono agli studi superiori, fino a quando sono la maggioranza quelli che acquisiscono il diploma. Con fatica, ma grande determinazione, l’istituto attraversa gli anni del ventennio fascista e della 2° Guerra Mondiale supportato dalla comunità valdese fiorentina.

Dopo la guerra la situazione dell’Italia era cambiata e ciò si ripercosse anche sui ragazzi ospitati dal Gould: aumentarono i meridionali “temporaneamente orfani” perché figli di migranti, i ragazzi avevano dai 5 ai 20 anni- con esigenze e problemi naturalmente diversi-, alcuni erano portatori di esigenze particolari e disagi. I direttori che gestirono l’opera seppero bene rispondere alle nuove sfide poste da un’Italia in fase di ricostruzione tracciando la strada per ciò che è oggi l’istituto Gould.

Il Gould oggi continua il suo lavoro sostenendo i minori in situazione di disagio attraverso 4 aree di intervento e svolgendo le attività in coordinamento con il Comune di Firenze, area servizi sociali, ed i Tribunali dei Minori.

I progetti attivi sono:
– CASA ARCO e CASA COLONNA: 2 case a dimensione familiare, dove vengono ospitati rispettivamente 8 e 10 tra ragazze ragazzi, con età compresa tra i 6 e i 18 anni (21 anni in qualche caso). I minori sono affidati dal Comune di Firenze quando la situazione familiare è compromessa- le problematiche sono differenti, ma non attengono mai alla sfera economica- o nei casi di fallimenti adottivi. I ragazzi e le ragazze sono seguiti in tutti gli aspetti della loro vita: dalla scuola all’organizzazione del tempo libero; dalle vacanze al sostegno psicologico- se necessario-, ma soprattutto si lavora per sostenere e sviluppare le competenze, i talenti e le aspirazioni dei minori e delle minori. Periodicamente, operatori, ragazzi e ragazze si confrontano e discutono mettendo in comune esperienze e possibili soluzioni per meglio affrontare le dinamiche relazionali all’interno delle case e nei gruppi che frequentano all’esterno. Infine, vengono curati i rapporti con i familiari e verificate periodicamente le condizioni per un possibile re-inserimento del minore nella famiglia di origine.

– CENTRO DIURNO LA LIMONAIA: operativo per 7 ore al giorno (l’orario varia a seconda del calendario scolastico), accoglie fino a 25 tra ragazzi e ragazze adolescenti e pre-adolescenti che vivono in situazioni familiari che non sono in grado, temporaneamente, di prendersi cura del minore o della minore, soprattutto per ciò che concerne la sfera educativa. Il Centro, quindi, sopperisce a temporanee lacune dei genitori, che comunque conservano la piena potestà, fornendo un quadro di riferimento educativo stabile per i minori attraverso figure di riferimento sempre disponibili e che lavorano, come per i ragazzi e le ragazze delle 2 case ARCA e COLONNA, a sviluppare i talenti e le aspirazioni di ognuno.

– CASA PER L’AUTONOMIA: offre la possibilità a ragazzi tra i 18 e i 21 anni di sperimentare la gestione autonoma della propria vita. Anche in questi casi i ragazzi sono segnalati dai servizi sociali e, pur essendo nata con l’idea di ospitare ragazzi con problematiche lievi, oggi è maggiormente sollecitata ad accogliere ragazzi con disagi gravi, spesso di natura psichiatrica.

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